lunedì 22 settembre 2014

La felicità dell'ignoranza


Non penso sia un problema di costi (anche se qualche volta mi girano un po' gli zebedei, a vedere certe cifre), perché sulle bancarelle si trovano anche dei classici a prezzi stracciati (ah, che nostalgia per i 100 pagine 1000 lire della Newton, andavo ancora a scuola!), e poi non è detto che una debba leggere solo Proust o Melville o Verga, o ponderosi tomi da seicento pagine sulla fenomenologia dello spirito della ragion critica da un punto di vista materialistico, ma sapere che in Italia solo il 49,3 per cento delle donne e il 36,4 per cento degli uomini ha letto almeno un libro nel corso del 2013. Ma una famiglia su dieci (10,3 per cento) non possiede nemmeno un libro in casa; il 64 per cento ne ha al massimo 100 [...] Il numero di libri letti rimane comunque modesto: il 46,6 per cento dei lettori dichiara di avere letto al massimo tre libri nel corso dell'anno e il 13,9 per cento sostiene di leggere almeno un libro al mese. Una tendenza negativa riconducibile alla "scarsezza di interesse, di denaro o di tempo" deve far pensare che forse la televisione ha fatto molti più danni di quanto pensiamo. 
Io sono uno di quelli che forse farebbe alzare la media, considerato che mediamente acquisto una trentina di libri l'anno, riesco a leggerne se va bene una ventina, e se entro in una libreria devo resistere all'impulso di venirne fuori senza comprare almeno un altro pezzo per la mia collezione. 
Ma quello che mi fa più pensare è che una famiglia su dieci non possiede nemmeno un libro in casa: che razza di bestie abbiamo intorno a noi?

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